Edilizia ligure, non si arresta il crollo dell’occupazione

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20/07/2013

Persi, nell’ultimo anno, 4mila posti di lavoro in Liguria, con un calo dell’8,9%, superiore alla media nazionale del 6,7%. Lancia l’allarme Paolo Figoli, presidente regionale Confartigianato Costruzioni e nuovo membro della giunta nazionale di Anaepa: “Urgono interventi per la realizzazione di opere medio piccole. Il nuovo governo sblocchi l’iter della legge per l’accesso alla professione edile per garantire qualità e concorrenza leale, da due anni fermo in Senato”

 

Non si placa il grido di dolore dell’artigianato delle costruzioni. Secondo l’ultima analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato su dati Istat relativi al primo trimestre del 2013 e alla media dell’ultimo anno, l’occupazione dell’edilizia ligure è calata dell’8,9%, pari a 4mila posti di lavoro in meno nella nostra regione. Una diminuzione decisamente più spiccata rispetto al resto d’Italia, dove la media si è attestata al -6,7%, pari a 122mila posti di lavoro in meno tra il 2012 e il primo trimestre 2013. A registrare il segno meno tutte le regioni, tranne l’Emilia Romagna, che, al contrario, spicca per un +9,4%. «Su questo dato – spiega Paolo Figoli, presidente regionale di Confartigianato Costruzioni e nuovo membro della giunta nazionale Anaepa – ha influito sicuramente l’opera di ricostruzione avviata in seguito al tragico terremoto del maggio 2012. Non è quindi un dato di cui tenere conto per fare una media esatta dello stato del settore che oggi attraversa il tunnel più buio dal dopoguerra a oggi».

Nella nostra regione, dove il 75% delle imprese è rappresentato da artigiani, gli effetti della crisi hanno portato a una drastica frammentazione del settore, che oggi registra la maggiore percentuale (circa il 46% del totale degli occupati) di lavoratori autonomi delle costruzioni rispetto al resto d’Italia. «Questo sistema avvilisce ulteriormente un settore ridotto ormai in ginocchio da politiche fiscali che penalizzano la prima casa e gli investimenti immobiliari, che costituivano, per tradizione, il pane quotidiano per le migliaia di imprese del nostro territorio – dichiara Figoli – per frenare l’ulteriore destrutturazione di un comparto vitale per l’intero sistema Paese, auspichiamo che il nuovo governo al più presto sblocchi l’iter normativo, da almeno due anni fermo al Senato, sulla regolamentazione nell’accesso alla professione edile, unica in Italia a non avere ancora dei requisiti minimi obbligatori che garantiscano la qualità dell’offerta alle famiglie e alle Pubbliche amministrazioni». Sullo stallo delle grandi opere in Liguria, Figoli commenta: «I continui tira e molla sul finanziamento del secondo lotto del Terzo Valico e l’empasse della Gronda di sicuro non sono buone notizie per il settore. Tuttavia, occorre ricordare che, purtroppo, nella realizzazione di queste opere, la stragrande maggioranza delle nostre imprese è ancora poco coinvolta. A tal proposito, sarebbe opportuno che, oltre allo sblocco di cantieri di piccole e medie dimensioni vitali per lo sviluppo dell’intera economia ligure, si arrivasse all’effettivo spacchettamento dei lotti delle grandi opere per consentire un reale coinvolgimento delle imprese del territorio, nel solco tracciato dalla Ue con lo Small business act, recepito dall’Italia e dalla stessa Regione Liguria».

Una nota positiva per le costruzioni arriva dalla recente approvazione del Dl sul risparmio energetico. «Auspichiamo che – conclude Figoli – la proroga dell’ecobonus e le agevolazioni per le ristrutturazioni edili possano costituire una boccata d’ossigeno per il comparto e un sostegno per le famiglie che vogliano fare interventi migliorativi sugli immobili».

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