Accettate il Consiglio (50) - La senatrice senza applausi di Massimiliano Lussana

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16/05/2018

Loredana De Petris, presidente dei senatori del Gruppo Misto sia in questa legislatura che nella precedente, è molto apprezzata dai suoi colleghi, anche di sponde politiche diverse, per il lavoro parlamentare.

Addirittura, in passato, si è trovata spesso a fare asse di opposizione a Renzi, a Letta e a Monti con lo storico vicepresidente leghista del Senato Roberto Calderoli, uno che non ha propriamente la sua storia.

Se infatti Calderoli ha come punto di riferimento da sempre il leghismo e addirittura l'indipendentismo orobico, quando il suo avo Innocente Calderoli proclamava "Bergamo Nazione, tutto il resto è meridione", la senatrice De Petris viene convintamente da tutta la storia della sinistra un po' gruppettara e ha fatto tutti i passaggi conseguenti: Democrazia Proletaria fino alla confluenza di molti ex Dp nei Verdi Arcobaleno, fino alla confluenza di questi ultimi nel Sole che ride e poi Verdi fino alla confluenza di una buona fetta di quel mondo in Sinistra, ecologia e libertà e infine Sel fino alla confluenza degli ex vendoliani in Liberi e Uguali.

Insomma, Loredana non è propriamente una leghista doc.

Eppure, quando è intervenuta nel dibattito sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sulla crisi siriana - uno dei pochissimi della legislatura, come abbiamo raccontato in una delle scorse puntate di "Accettate il Consiglio", dibattito peraltro sollecitato in aula anche da lei - è stata applaudita solo dai senatori del gruppo "Lega-Salvini presidente".

Tanto che il presidente dei senatori del Carroccio Gian Marco Centinaio alla fine dell'applauso si è sentito in dovere di spiegare giocosamente alla presidenza del Senato: "Signor presidente, l'applauso è per la senatrice De Petris, visto che non l'ha applaudita nessuno".

A questo punto, si sono scatenati gli applausi di nuovo dei senatori leghisti, degli azzurri di Forza Italia-Berlusconi presidente e dei senatori del MoVimento Cinque Stelle.

E persino dei rappresentanti di Liberi e Uguali.

Liberi finalmente di applaudire la loro capogruppo.

E Uguali agli altri nell'applauso.